Perché alcuni tè sono così costosi

Perché alcuni tè sono così costosi?

A Londra c’è un Hotel, il Rubens At The Palace, che gode di un’invidiabile vista su Buckingham Palace e il cui costo di una camera è non meno di 150-200 sterline, per dormire soltanto.

Ebbene, qui per poco meno di 200 euro vi serviranno una tazza di tè accompagnata da alcuni pasticcini e piccoli sandwich. Se poi vorrete l’intera teiera allora vi basteranno circa 550 euro.

So già qual è il tuo commento: grazie, in quella città, in quell’hotel, con quella visuale, e con un servizio del genere, è normale aspettarsi di pagare un tè così tanto.

Vero, nonostante si tratti di un Ceylon Golden Tips che vi viene servito.

Questo infatti è un tè bianco dell’isola di Sri Lanka che considerato uno dei più pregiati tè dell’isola. Il suo costo infatti è di circa un dollaro al grammo; un costo decisamente elevato, se si considera il panorama mondiale dei tè.

Tra i tè neri vi è il Darjeeling Tumsong e il Jungpana Wonder Muscatel che quotano anche più di 50 centesimi al grammo. Stesso prezzo che può avere il verde Gyokuro, giapponese.

Tra i verdi poi si arriva a 60-70 centesimi a grammo con il Zhejiang Anji Bai Cha; e quotazione simile può raggiungere il giallo cinese Jun Shan Yin Zhen.

Ma cosa fa lievitare il costo di questi tè in questo modo?

Beh, ci sono diversi fattori. Sicuramente quello che incide maggiormente è il luogo nel mondo dove queste piante crescono e il microclima che ciascuna di queste aree possiede.

Temperatura, vento, acqua, posizione rispetto al sole, ecc. sono tutti fattori che incidono sul prezzo finale indirettamente.

Si perché queste aree non sono grandi, non sono replicabili altrove, e spesso sono difficili da raggiungere. Così che il lavoro di raccolta diventi altrettanto difficoltoso.

Alcuni produttori poi adottano uno stile produttivo e un’etica professionale che rende perfette queste foglie fino alla tua tazza. C’è da considerare anche la variabile temporale: il raccolto può essere maggiore o minore di anno in anno, a causa delle condizioni climatiche specifiche di quell’annata. Un po’ come accade nei nostri luoghi con il vino o l’olio.

Noi consumatori siamo abituati a vedere in ogni prodotto una marca e un modello. Così sappiamo confrontare i prezzi tra i diversi venditori per approfittare del prezzo migliore. Per il tè il discorso è molto diverso.

Le varietà più pregiate soprattutto, affrontano un asta nei mercati di origine e i buyers conoscono perfettamente come è andata quella stagione per capire fino a che punto possono sbilanciarsi a rilanciare le offerte per potersi accaparrare quel tè.

Questa prima fase fa subire al tè un prezzo molto variabile anche per un altro aspetto non meno importante. Il produttore infatti di quello stesso luogo ha fatto più di un raccolto, o selezioni differenti per qualità differenti di tè.

Così, pur rimanendo nello stesso marchio, possiamo avere quotazioni all’origine molto diverse che fanno lievitare il prezzo finale anche di molto.

Quindi, quand’anche sia possibile etichettare due tè con lo stesso appellativo e provenienti dallo stesso giardino, potrebbe trattarsi di due raccolti diversi, di due periodi distanti tra loro, di due situazioni contingenti che li differenziano notevolmente.

Diciamo anche che i palati meno allenati, non riescono a distinguere un darjeeling primo o secondo raccolto dello stesso giardino; la caratura di entrambi infatti è sempre vicina a uno standard a cui ormai siamo abituati di anno in anno.

Ma i tea taster più navigati, conoscono vita morte e miracoli di ciascuna piantagione, di ciascun raccolto, e perfino di ciascuna foglia per poter affermare che uno sia migliore dell’altro.

Non stupitevi dunque se trovate sullo scaffale un Darjeeling a un decimo del costo che avete visto altrove; le ragioni potrebbero essere innumerevoli. Fidatevi piuttosto di chi ve lo vende, un po’ come fate con il macellaio sotto casa.

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